martedì 7 maggio 2024

Al culmine della disperazione

Tranquilli, non è il sottoscritto a sentirsi al culmine della disperazione, anche se i motivi non mancherebbero, con due guerre in corso e un Governo, il nostro, di incompetenti arroganti, più attenti ai social che alla gestione della cosa pubblica.  

Lo era eccome, invece, Emil Cioran, filosofo e pensatore rumeno tanto interessante quanto, per certi versi, discusso.

È appunto in tale stato, afflitto per giunta da un'insonnia indomabile, che il giovane Cioran scrive Al culmine della disperazione, un libro difficile, denso, a tratti disorganico e visionario. La forma, all'apparenza quella del saggio filosofico, ricorda quella del flusso di coscienza.

Le riflessioni angosciate e taglienti sulla misera condizione umana e sulla vacuità della società moderna sono appena temperate da una pungente ironia, quando non da un devastante sarcasmo.

La vita non ha alcun senso, suggerisce Cioran, a meno di non cercare rifugio nell'assurdo e nel grottesco. Anche la follia potrebbe essere una buona alternativa a una vita insensata. 

Peraltro, in tutt'altro ambito, anche il rocker di casa nostra Vasco Rossi in anni recenti si è interessato, alla sua maniera, alla questione, con la splendida e toccante canzone Un senso.

Eppure la lettura di un libro simile paradossalmente può essere d'aiuto proprio a combattere quel male di vivere che sempre più spesso ci affligge.

Per chi volesse approfondire l'argomento, trovate la recensione completa del libro qui, sulle pagine del blog magazine Libri e parole.




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