Theodore è un uomo sensibile e tormentato, che lavora come scrittore di lettere personali per altre persone, ma fatica a gestire la propria vita emotiva dopo un doloroso divorzio. Joaquin Phoenix, che ha già dato prova del suo straordinario talento in interpretazioni intense come quella in Joker (2019), qui offre un ritratto intimo e vulnerabile di un uomo che cerca di dare un senso alla sua esistenza in un mondo alienante. Diversamente dal violento e disturbato Arthur Fleck in Joker, il personaggio di Theodore è dolce, introspettivo e malinconico, ma le sue difficoltà nel connettersi con il mondo reale rivelano un altro tipo di solitudine, altrettanto profonda.
Uno degli aspetti più riusciti del film è la capacità di Jonze di rendere credibile e commovente una relazione tra un essere umano e un'entità immateriale. Samantha, pur non avendo un corpo, riesce a incarnare la complessità emotiva che Theodore cerca disperatamente. Il film esplora in modo delicato e profondo la natura dell'amore e della solitudine in una società sempre più tecnologica e alienante, dove il contatto umano è sostituito dall'interazione virtuale.
Visivamente, Her è straordinario: la fotografia calda e soffusa di Hoyte van Hoytema crea un’atmosfera intima e malinconica che accompagna alla perfezione lo stato d’animo di Theodore. La scenografia futuristica ma al contempo familiare ci trasporta in un mondo credibile, dove il progresso tecnologico non è distopico, ma anzi elegantemente integrato nella quotidianità.
Tuttavia, il film solleva anche domande profonde: fino a che punto l'intelligenza artificiale può soddisfare i bisogni emotivi umani? Her suggerisce che, sebbene le connessioni virtuali possano sembrare appaganti, esse restano limitate rispetto alla complessità e all'imprevedibilità delle relazioni umane. La crescita di Samantha come entità senziente diventa una metafora del divario che, inevitabilmente, si crea tra un uomo e una tecnologia che evolve più velocemente delle sue emozioni.
Il film ha il coraggio di esplorare anche la vulnerabilità maschile, un tema spesso trascurato nel cinema. Phoenix, qui molto diverso dal cinico e violento Joker, mostra un lato più fragile e romantico, dimostrando una versatilità eccezionale. La dinamica tra Theodore e Samantha porta a un finale dolceamaro, che invita lo spettatore a riflettere sulla natura dell'amore e su cosa significhi realmente "essere insieme" a qualcuno.
Una piccola nota negativa riguarda il doppiaggio italiano. Nella versione originale, la voce di Scarlett Johansson è calda e avvolgente, contribuendo a rendere la presenza di Samantha estremamente credibile. Tuttavia, in italiano, la scelta di affidare la voce a Micaela Ramazzotti risulta meno efficace. La sua dizione non sempre perfetta e un tono a tratti forzato rendono meno convincente la rappresentazione dell'intelligenza artificiale, riducendo l'impatto emotivo di alcune scene chiave.
In conclusione, Her è una riflessione poetica e malinconica sul futuro delle relazioni umane. Con una regia impeccabile e interpretazioni emotivamente intense, Jonze ci invita a considerare il significato dell'intimità nell'era digitale, facendoci chiedere quanto siamo davvero connessi, non solo con gli altri, ma con noi stessi.