Khartoum (1966) si erge come uno dei più riusciti colossal storici, un'epopea avvincente che illustra in modo magistrale l'assedio di Khartoum e lo scontro tra civiltà, rappresentato dal generale britannico Charles George Gordon e dal leader religioso sudanese Muhammad Ahmad, il temibile Mahdi.
La pellicola è di grande valore per la sua sostanziale correttezza storica, narrando con rigore il dilemma e il comportamento opportunistico del governo Gladstone, l'invio e il tragico isolamento di Gordon e l'inesorabile avanzata delle forze mahdiste, culminando nell'arrivo tardivo della colonna di soccorso, pur con le inevitabili licenze drammatiche.
I dialoghi sono un elemento di spicco, risultando efficaci e carichi di tensione ideologica, specie negli intensi confronti tra i due colossi morali opposti, esplorando con acume i temi del dovere, della fede messianica e dell'imperialismo.
Questo impianto narrativo è splendidamente supportato da una fotografia eccellente, che sfrutta appieno il formato Ultra Panavision 70 e i vasti panorami egiziani per conferire al film un senso di grandezza, isolamento e minaccia incombente, specialmente nelle spettacolari scene di battaglia in campo aperto.
A dare corpo e anima a questo dramma storico è l'ottima recitazione dei protagonisti: Charlton Heston offre un ritratto memorabile di Gordon, incarnando l'idealismo quasi fanatico e la solitudine morale del "Chinese Gordon" con la sua tipica statura eroica, mentre Laurence Olivier è assolutamente magnetico e inquietante nei panni del Mahdi, trasformando l'antagonista in una figura complessa di fervente convinzione religiosa, in un'interpretazione di grande potenza che evita la superficialità.
