Il 4 ottobre 1990 andava in onda per la prima volta Beverly Hills 90210, una serie destinata a segnare un’intera generazione. Ambientata tra le ville e le spiagge della California dorata, raccontava le vite, gli amori e le inquietudini di un gruppo di ragazzi dell’esclusivo liceo di Beverly Hills.
Dietro la patina glamour, la serie seppe affrontare temi allora insoliti per un teen drama — solitudine, droga, disuguaglianze, AIDS, lutto — diventando un fenomeno culturale planetario.
Difficile dimenticare i volti dei protagonisti: Jason Priestley (Brandon Walsh), Shannen Doherty (Brenda), Jennie Garth (Kelly), Luke Perry (l’indimenticabile Dylan McKay), Ian Ziering (Steve), Gabrielle Carteris (Andrea), Brian Austin Green (David) e Tori Spelling (Donna). Ognuno di loro ha lasciato un segno preciso nell’immaginario degli anni Novanta, tra ciuffi ribelli, giacche di jeans e colonne sonore che ancora oggi evocano un’epoca.
Beverly Hills 90210 non era solo una serie: era un rito collettivo, un sogno californiano condiviso davanti alla TV. E a più di trent’anni di distanza, continua a evocare un tempo in cui tutto sembrava ancora possibile.