La recente telefonata tra Trump e Putin, sbandierata dal presidente USA come un passo verso la pace, è in realtà l’ennesimo capitolo di un copione già scritto: un leader americano disposto a piegarsi davanti a un dittatore russo, mascherando la resa sotto il velo di una presunta diplomazia.
Mentre Trump nella sua sgangherata campagna elettorale si vantava di poter risolvere la guerra in Ucraina “in 24 ore”, il vero messaggio che oggi invia a Putin è che gli Stati Uniti sono pronti a chiudere un occhio sulle sue pretese imperialiste, in cambio dello sfruttamento per Washington delle cosiddette terre rare.
Un patetico teatrino in cui l’unico vero accordo è la loro comune inclinazione all’inganno e alla manipolazione. Trump, nel suo consueto ruolo di venditore di fumo, si atteggia a grande negoziatore mentre, in realtà, spalanca le porte alla resa.
Il suo "piano di pace" è poco più di un salvacondotto per Putin, un via libera alla spartizione dell’Ucraina sotto il pretesto di una soluzione diplomatica. Il tutto condito da vuoti proclami e sceneggiate mediatiche, mentre la democrazia viene svenduta come un lotto fallimentare in un'asta truccata.
