Joker: Folie à Deux è un esperimento cinematografico che, sulla carta, aveva tutte le potenzialità per essere innovativo, ma che nella pratica si rivela squilibrato, prolisso e, a tratti, persino estenuante. L’idea di trasformare il sequel del Joker di Todd Phillips in un musical è senza dubbio audace, ma il risultato lascia molto a desiderare, risultando più un’operazione estetica che una scelta realmente funzionale alla narrazione.
Il film soffre di un ritmo irregolare: alcune sequenze si trascinano inutilmente, mentre altre, che avrebbero meritato più spazio, vengono risolte in modo sbrigativo. Il problema principale, però, è Joaquin Phoenix, che qui spinge il suo Arthur Fleck verso un’interpretazione eccessiva, quasi caricaturale, perdendo gran parte della sottile inquietudine che lo aveva reso così efficace nel primo film. Se in Joker la sua metamorfosi psicologica era costruita con progressione e misura, qui sembra più un esercizio di gigioneria estrema che rischia di sfociare nel grottesco (in)volontario.
Di contro, Lady Gaga riesce a dare spessore al personaggio di Harley Quinn, rendendola magnetica e tragica senza mai cadere nella parodia. La sua presenza illumina il film e dona una profondità emotiva che spesso manca alla sceneggiatura. Tuttavia il suo talento non è sufficiente a risollevare un’opera che, pur cercando di innovare, finisce per essere un pastiche confuso e sbilanciato.
