Ammettiamolo, gli audiolibri sono come i panini da asporto: comodi, già pronti, intangibili, ma a volte manca quel sano gusto "casereccio" della lettura tradizionale, su carta. Nel mio ultimo editoriale su Libri e Parole rifletto proprio su questo: sì, l’audiolibro è una rivoluzione, ma non è mica la panacea letteraria che molti dipingono!
Certo, alcuni pregi sono innegabili: l’ascolto ti permette di “leggere” mentre fai altre cose, e può avvicinare alla cultura chi ha poco tempo o poca voglia di aprire un libro vero. Ma poi ci sono i limiti: a volte l’esperienza diventa troppo passiva, la voce del narratore prende il sopravvento sul testo, e l’ascoltatore rischia di trasformarsi in un turista distratto in un tour guidato senza brochure.
Nel mio pezzo esploro come questo formato, per quanto moderno e utile, non debba essere idealizzato come sostituto perfetto del libro tradizionale. Una piccola ricognizione ironica tra entusiasmi, fraintendimenti e qualche inevitabile nota stonata.
➡️ L’editoriale completo è qui.
