venerdì 10 ottobre 2025

E se Internet crollasse?

Può sembrare impossibile, quasi inconcepibile, parlare di un eventuale crollo di Internet. La sua architettura è stata concepita per resistere a tutto: guerre, catastrofi naturali, blackout localizzati. Una rete distribuita, resiliente, capace di “autoripararsi” instradando i dati per vie alternative. In teoria, dunque, indistruttibile.

Eppure, proprio la complessità che ne garantisce la sopravvivenza potrebbe un giorno diventare la sua condanna. Basterebbe un intreccio di crisi — energetica, politica, tecnologica — per spezzare quella fragile armonia di server, cavi sottomarini, data center e reti di trasmissione che sorregge l’intero mondo digitale. Immaginiamo un collasso graduale, non un’esplosione improvvisa: siti che smettono di rispondere, piattaforme che vanno in tilt, servizi cloud che evaporano come nebbia.

Le conseguenze sarebbero enormi, ma non solo economiche o pratiche. Per milioni di persone, Internet è ormai una protesi mentale, un’estensione dell’identità. Un suo blackout non significherebbe soltanto perdere l’accesso all’informazione, ma anche una parte del proprio sé: i ricordi custoditi online, le tracce di relazioni, la memoria collettiva di un’intera epoca.

Ci scopriremmo improvvisamente soli, disconnessi non solo dal mondo ma da noi stessi. Forse, dopo il panico iniziale, torneremmo a guardarci negli occhi, a riscoprire la lentezza, il silenzio. Ma il prezzo psicologico del crollo di Internet sarebbe altissimo: un trauma collettivo, un lutto globale per qualcosa che, nel bene e nel male, aveva finito per diventare la nostra casa.

E se Internet crollasse?

Può sembrare impossibile, quasi inconcepibile, parlare di un eventuale crollo di Internet . La sua architettura è stata concepita per resist...