Di recente ho scritto una recensione di Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrère, un libro che mescola reportage, autobiografia e dolore condiviso con una lucidità disarmante.
Carrère ci accompagna in un viaggio nelle esistenze altrui – amici, parenti, vittime dello tsunami – per parlare in realtà di noi stessi, delle nostre fragilità e del senso (o nonsenso) della perdita.
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