domenica 18 agosto 2024

Alain Delon: la bellezza malinconica e il genio d’interprete

Oggi il mondo del cinema piange la scomparsa di un’icona senza tempo, Alain Delon. Un attore che non ha solo recitato, ma ha incarnato una bellezza e una profondità che difficilmente troveranno eguali.

Alain Delon non era solo un attore. Era un enigma, una presenza magnetica capace di stregare lo schermo con un semplice sguardo. La sua bellezza, quasi eterea, aveva in sé una nota di malinconia che traspariva da ogni sua interpretazione. Gli occhi di Delon non erano solo belli, ma raccontavano una storia, un passato tormentato, una sensibilità rara. Era questa combinazione di fascino e vulnerabilità a renderlo unico, un uomo in costante equilibrio tra la luce e l’ombra.

La sua vita privata fu altrettanto leggendaria. Celebre è stata la sua relazione con la divina Romy Schneider, un amore che ha fatto sognare intere generazioni e che ha segnato profondamente entrambi. La loro storia, segnata da passione e tormento, è stata una delle più romantiche e drammatiche del panorama cinematografico, contribuendo a creare il mito di Delon e della sua bellezza malinconica. Anche dopo la fine della loro relazione, il legame tra i due non si spezzò mai del tutto, rimanendo una parte indelebile delle loro vite e delle loro carriere.

Alain Delon non era solo un volto del grande schermo, ma anche un’icona culturale, citato persino nella musica italiana. Lucio Dalla, nel suo brano "Latin Lover", dall'album Henna del 1993, lo menziona con un tocco di ironia e Delon diventa così simbolo di un’ideale di bellezza e perfezione, quasi irraggiungibile, eppure così profondamente umano.

Ricordarlo significa tornare con la mente ai suoi ruoli più iconici: il tormentato Rocco in "Rocco e i suoi fratelli", il freddo e implacabile Jef Costello in "Frank Costello faccia d'angelo", o ancora il malinconico e introspettivo Tom Ripley in "Delitto in pieno sole". Personalmente l'ho trovato strepitoso nel ruolo di Daniele Dominici nel film di Valerio Zurlini "La prima notte di quiete".

Ogni interpretazione di Delon era un viaggio nelle profondità dell’animo umano, un’esplorazione delle sue sfumature più complesse e oscure.

Come hanno scritto molti, con Delon se ne va un pezzo di storia del cinema, ma rimane l'eredità di un attore che ha saputo trasformare la sua bellezza in qualcosa di eterno. Quella malinconia che traspariva dai suoi occhi continuerà a vivere nei fotogrammi dei suoi film, nei cuori di chi lo ha amato, e nei sogni di chi cerca ancora di comprendere il mistero che è stato Alain Delon.

Oggi salutiamo non solo un grande attore, ma un’icona, un uomo che ha reso indimenticabile ogni ruolo, ogni sguardo, ogni silenzio. Grazie, Alain, per averci mostrato la bellezza della malinconia e la profondità dell’animo umano. 

Latin lover

di Lucio Dalla

Occhi di stelle è troppo tempo il tempo che non ti vedo più

Bocca di luna non mi parli perché non parli che vita la vita che vita sei tu

Un latin lover con la faccia da Beethoven

Dentro un paltò se non mi sbaglio blu

Sotto i capelli bianchi sotto i colori stanchi del cielo

Parlava solo diceva

Adesso cosa debbo fare uccidermi

Se non ti so dimenticare ucciderti

Mettiamo che ti dovessi parlare

Cosa debbo fare scriverti

Passavano le ore mi si gonfiava il cuore vederlo camminare su e giù

Fermarsi per poi guardare il mare tra i taxi di Riccione e i motoscafi blu

mentre nel cielo passavano gli aeroplani, i razzi, le comete

Molti altri oggetti strani perfino Alain Delon

E alcuni pezzi del passato che siccome è già passato non dovrebbero esserci,

Non dovrebbero esserci più

Il latin lover con il suo cuore di cartone chissà cos’era stato in gioventù

Poteva essere un politico o forse un accattone,

O solo un latin lover e niente più

Ma adesso cosa devo fare uccidermi

Se non ti so dimenticare ucciderti

E se questa notte non so nemmeno dove andare uccidimi

Il cielo quella notte era uno schermo con tanti punti bianchi

Le stelle così non le vediamo mai

C’era anche la luna che ci illuminava dall’alto stupita guardava chissà

Il latin lover e i suoi capelli bianchi le mani sui fianchi era ancora lì

Apre le braccia come le ali mi guarda io e te siamo uguali

Fratello dobbiamo volare nei cieli più limpidi

Bisogna imparare a sognare per essere liberi così non serve nemmeno volare per essere liberi

Fratello dobbiamo volare nei cieli più limpidi

Bisogna imparare a sognare per essere liberi così non dovremo volare per essere liberi

Fratello dobbiamo volare nei cieli più limpidi

Bisogna imparare a sognare per essere liberi così non dovremo volare per essere liberi



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