Elle di Paul Verhoeven è un thriller psicologico che si distingue per la sua audacia, ma soprattutto per la straordinaria interpretazione di Isabelle Huppert. L'attrice riesce a portare sullo schermo un personaggio incredibilmente complesso e sfaccettato. La sua capacità di incarnare un personaggio così torbido, ambiguo e resiliente è senza dubbio uno dei punti di forza del film.
La storia, tratta da un racconto, affronta temi controversi con una narrazione visivamente provocatoria, a tratti tendente al soft porn. Tuttavia la coerenza narrativa lascia a desiderare in diversi punti. Alcune incongruenze nella trama possono confondere lo spettatore e minare la credibilità della storia.
Inoltre i dialoghi, sebbene a tratti incisivi, risultano spesso tirati per le lunghe, rallentando il ritmo del film e appesantendo la visione.
Un'altra criticità è la durata del film. Con una lunghezza che si avvicina alle due ore e venti minuti, Elle tende a dilungarsi troppo. Alcune scene sembrano prolungarsi oltre il necessario, contribuendo a un senso di noia strisciante.
La fotografia del film, caratterizzata da toni scuri e un'illuminazione spesso cupa, contribuisce a creare un'atmosfera opprimente che può risultare eccessiva. Sebbene questa scelta stilistica possa essere vista come un riflesso della natura inquietante della storia, finisce per penalizzare la visibilità e il coinvolgimento visivo dello spettatore.
In sintesi, il film brilla per la magistrale interpretazione di Isabelle Huppert e per la sua audacia narrativa, ma soffre per la sua eccessiva lunghezza, le incongruenze della trama, i dialoghi a volte prolissi e una fotografia troppo buia. Nonostante questi difetti, rimane un'opera interessante e provocatoria che merita di essere vista.