lunedì 12 agosto 2024

Zombie digitali: l'armata dei non lettori

In questi giorni, dovendomi sottoporre mio malgrado a spostamenti alquanto impervi per le fiammeggianti strade della Capitale, ho deciso di lasciare l'auto in garage (dove del resto è confinata dalle impalcature di estenuanti lavori condominiali, ma questo è un altro, ahimè, costosissimo discorso...).

Di conseguenza, ho utilizzato in lungo e in largo i famigerati mezzi pubblici: i tempi di percorrenza sono stati a volte migliori, a volte peggiori rispetto alla soluzione automobilistica, ma nel complesso non mi lamento. Lo stress da guida è venuto meno, il che rappresenta già un vantaggio considerevole. 

Ma un altro effetto, anche più positivo, è scaturito dalle mie sortite a bordo dei mezzi di trasporto comunali, visto che ho "assassinato" i classici tempi morti scaturiti dalle attese alla fermate dedicandomi al mio vizio più inveterato, comune credo ai lettori del blog magazine Libri e Parole, ossia la lettura. 

Ho leggiucchiato sullo schermo del mio iPhone diverse pagine di un altrimenti voluminoso romanzo in eBook, facendo dunque di necessità virtù. 

Ma è stata anche l'occasione per verificare di persona le abitudini degli altri passeggeri. Guardandomi attorno, ho creduto in un primo momento di riconoscere altri lettori nel vastissimo novero di persone con l'occhio incollato allo schermo di smartphone, phablet e tablet di ogni foggia e colore. 

Pia illusione, la mia. La stragrande maggioranza – diciamo pure la quasi totalità dei viaggiatori – si limita a smanettare con grande impegno e serietà sui vari apparecchi, navigando tra le schermate multicolore di app non sempre poi così indispensabili. Qualcuno ascolta musica, qualcun altro interloquisce a voce invariabilmente troppo alta con il proprio interlocutore, i più giovani si dedicano a interminabili sessioni di gioco.

Ma leggere proprio no, non se parla. Neanche le notizie del giorno.

Qualcuno tra gli osservatori e i sociologi più sconsolati giunge ad affermare che la nostra società si starebbe avviando a rapide falcate a trasformarsi in una popolazione di zombie digitali

In effetti, almeno a giudicare da ciò che ho visto, il timore può apparire non del tutto ingiustificato. La sensazione di appartenere ormai a un manipolo di irriducibili e illusi desperados ti prende alla gola, c'è poco da fare. 

D'altro canto, distrazioni digitali a parte – ammesso poi che si possa davvero cercare una spiegazione nel mero senso della distrazione – è in generale tutto il mondo della lettura a trovarsi in crisi. Oltre alla librerie, anche la maggior parte delle edicole della nostre città sono in vistoso affanno. Le vendite di giornali e riviste sono crollate ai minimi storici e non si colgono segnali di miglioramento all'orizzonte.

La tentazione di abbandonarsi allo scoramento più nero, sia come autore che come "addetto ai lavori" grava sulla mia testa come un macigno... digitale, l'ammetto. 

E di cultura si parla sempre troppo poco nei programmi governativi, il che non desta stupore, visto il livello culturale dei nostri governanti.

Eppure è sotto gli occhi di tutti l'amore dei bambini per la lettura: il loro immaginario si nutre di storie, di fantasia. È crescendo che poi molti di essi – non tutti, per fortuna – tendono a impiegare diversamente il tempo libero, abbandonando progressivamente la pagina scritta. 

Più d'uno teorizza, e non da oggi, la fine della narrativa, sopraffatta dai nuovi linguaggi diffusi, quando non imposti, dai nuovi media, fin dall'avvento del cinema, per non parlare della televisione, cattiva maestra per eccellenza, e naturalmente di Internet. Mi sembrano però posizioni sterili e superficiali, che tendono a confondere il medium e il messaggio, per citare il solito Marshall McLuhan

È vero invece che c'è molto da fare per insegnare, ma forse ancora più per reinsegnare, il valore e soprattutto il sommo piacere della lettura. Nel nostro piccolo, cerchiamo di dare il nostro contributo, sforzandoci di mostrare la Grande Bellezza – quella interiore, non solo quella cinematografica della Capitale – del libro, in qualunque formato esso sia.

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