Un anno è bastato per rivelare tutta la portata disastrosa della presidenza Trump. Il caos regna sovrano: guerre commerciali aperte con mezzo mondo, dazi imposti e poi ritirati in una spirale di contraddizioni che ha minato la fiducia dei mercati. L’economia, un tempo solida, ora traballa; la disoccupazione cresce, mentre le disuguaglianze sociali si allargano. Il clima politico è avvelenato, il tessuto sociale lacerato da odio, intolleranza e violenza.
Sul fronte internazionale, le sbandierate “otto guerre” alle quali Trump avrebbe posto fine si sono rivelate l’ennesima colossale menzogna. Nessuna pace, nessuna stabilità: solo confusione, isolamento e propaganda. Il summit in Alaska con Vladimir Putin si è concluso in un imbarazzante nulla di fatto, mentre il recente incontro con Xi Jinping ha segnato un clamoroso fallimento diplomatico, peggiorando ulteriormente i rapporti con la Cina. Gli alleati sono stati insultati o abbandonati, le istituzioni democratiche umiliate, l’immagine degli Stati Uniti ridotta a una caricatura grottesca. Mai come oggi il mondo appare più instabile, più insicuro, più diviso.
E come se non bastasse, sul capo dello stesso presidente pendono accuse di illegalità, di corruzione, di ostruzione alla giustizia. Un bilancio desolante, quello di questo primo anno di presidenza Trump: un susseguirsi di menzogne, scandali e incompetenza che hanno trascinato l’America — e con essa il mondo — sull’orlo del baratro.
