domenica 17 agosto 2025

Il re della televisione non c'è più

Pippo Baudo ci ha lasciato ieri, e con lui un pezzo della nostra storia. La sua presenza ha accompagnato le nostre vite fin dall’infanzia, con quella naturalezza che solo i grandi sanno avere: il volto rassicurante delle domeniche in famiglia, delle grandi prime serate, dei Festival di Sanremo che restano incisi nella memoria collettiva.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente e di apprezzarne la cordialità e la signorilità: un uomo colto, curioso, appassionato non solo di musica, ma anche di teatro, letteratura, arte. La sua grandezza stava anche nella capacità rara di coniugare “il basso” e “l’alto”, la leggerezza popolare e l’approfondimento culturale, senza mai far percepire stonature.

Fu anche un infallibile talent scout, che lanciò al grande pubblico artisti destinati a lasciare il segno: da Andrea Bocelli a Laura Pausini, da Al Bano a Beppe Grillo, da Heather Parisi a Lorella Cuccarini, da Giorgia a Eros Ramazzotti. Intuizioni felici che raccontano la sua sensibilità e la sua capacità di leggere il futuro.

Negli anni ’80 subì un’accusa velenosa da parte dell’allora presidente Rai Manca,  di fare una televisione "nazional-popolare", ma seppe trasformare quella ferita in un motivo di vanto, affrontando la vicenda con la dignità e la tempra che lo contraddistinguevano.

Senza Baudo la nostra televisione e la nostra cultura popolare non sarebbero state le stesse. È un dato di fatto. Nell'attuale panorama televisivo, sguaiato e volgare, dominato da mezze tacche assurte al rango di pseudo star, la sua mancanza lascia un vuoto temo incolmabile.

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