Berengo Gardin non è stato solo un fotografo di straordinario talento, ma anche un uomo di profondo impegno civile. Le sue immagini hanno denunciato, documentato, testimoniato: dai manicomi prima della legge Basaglia, alle grandi opere contestate, fino ai cambiamenti sociali e ambientali del nostro Paese.
Coerente fino in fondo con la propria visione, non amava il colore, la fotografia digitale e l'utilizzo di Photoshop, convinto che la fotografia dovesse essere verità, non manipolazione. In un’epoca in cui le immagini vengono continuamente manipolate, la sua fedeltà al bianco e nero e alla purezza dello scatto resta un atto di coraggio e di integrità artistica, che sa di sana ribellione.
Lo salutiamo con ammirazione sconfinata e gratitudine, sapendo che le sue fotografie continueranno a parlarci, a interrogarci e a ricordarci che guardare il mondo con attenzione è il primo passo per capirlo e tentare di cambiarlo.
Su RaiPlay è presente un bel documentario sul grande fotografo, che vi consiglio di vedere. Non è lungo ed è ben fatto.