mercoledì 30 aprile 2025

Trump fa di nuovo grande l'America... in recessione

Il crollo odierno delle Borse statunitensi ed europee è stato innescato dalla contrazione inattesa del PIL degli Stati Uniti nel primo trimestre del 2025, che ha registrato un calo annualizzato dello 0,3%, segnando la prima flessione economica dal 2022. Questo declino è attribuito principalmente a un aumento significativo delle importazioni, cresciute del 41,3% annualizzato, in previsione di nuovi dazi annunciati dal presidente Donald Trump. Tale incremento ha influito negativamente sul commercio netto, sottraendo oltre cinque punti percentuali al PIL.

La reazione dei mercati è stata immediata: Wall Street ha subito forti ribassi, con il Nasdaq in calo del 2,4%, e titoli come Nike, Amazon e Nvidia hanno registrato perdite significative. Anche le Borse europee hanno chiuso in territorio negativo; Milano ha perso l'1,2%, con Campari che ha subito un c

rollo del 18,5%.

Gli analisti esprimono preoccupazione per una possibile recessione tecnica negli Stati Uniti, alimentata da politiche commerciali protezionistiche e da un rallentamento del consumo interno. La Federal Reserve si trova ora di fronte alla sfida di stabilizzare l'economia senza aggravare ulteriormente la situazione.

In questo contesto, è difficile non attribuire gran parte della responsabilità alla linea economica miope e autolesionista di Donald Trump: una politica fatta di slogan e dazi, che illude i suoi sostenitori con promesse di grandezza mentre getta l’economia reale in un pantano. Ancora una volta, il “Make America Great Again” si rivela per quello che è: una trappola populista dagli effetti collaterali devastanti.

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