lunedì 14 aprile 2025

The Post – Il coraggio della verità e la libertà sotto assedio

Con The Post (al momento disponibile gratuitamente su RaiPlay o in abbonamento su Sky/Now), Steven Spielberg firma un film che va ben oltre la ricostruzione storica: è un'opera di grande potenza civile, che parla al presente con un’urgenza bruciante. In un’epoca in cui il potere cerca di delegittimare i media indipendenti, alimentando il sospetto e il risentimento verso la stampa, il film assume il valore di un monito. 

Quando un presidente  lo squilibrato, vanesio e pregiudicato Donald Trump – attacca quotidianamente i giornali che non lo osannano, bolla come “fake news” ogni critica e tenta di comprimere il dissenso,  The Post  ci ricorda che il giornalismo libero non è un optional della democrazia: è il suo fondamento.

La vicenda è nota: nel 1971, il  Washington Post  si unisce al  New York Times  nella pubblicazione dei “Pentagon Papers”, documenti riservati che smascherano decenni di menzogne da parte del governo americano sulla guerra in Vietnam. Al centro del racconto ci sono due figure straordinarie: l’editrice Katharine Graham (una meravigliosa Meryl Streep) e il direttore Ben Bradlee (un solido e carismatico Tom Hanks). È attraverso il loro confronto, le loro esitazioni, il loro coraggio, che il film racconta la sfida tra stampa e potere, tra verità e convenienza.

Spielberg sceglie un impianto classico, sobrio, quasi "vecchio stile", e s'inserisce nel solco dei grandi film di denuncia americana, da Tutti gli uomini del presidenteQuinto potere. Non ha la concitazione del thriller né l’ansia del tempo reale, ma una narrazione solida e misurata che restituisce il peso delle decisioni, delle parole, delle responsabilità. Qualche lentezza forse, ma funzionale alla costruzione di un climax morale più che spettacolare.

Impressionante è la cura dei dettagli: l’ambientazione anni Settanta è ricostruita con maniacale precisione, dalla redazione affollata e rumorosa al look dei personaggi, dai toni desaturati dell’immagine alle sequenze in cui la carta del giornale prende forma tra le mani degli operai. Ogni scelta visiva contribuisce a immergerci in un’epoca e a farci sentire la forza fisica, concreta, della stampa.

Ma ciò che rende The Post un film imprescindibile è il suo messaggio: quando il potere mente, quando cerca di intimidire, manipolare, zittire, allora pubblicare è un dovere. Il cinema qui diventa uno strumento di resistenza, un atto di memoria e di speranza.

In tempi bui, Spielberg alza la voce per dire che il dissenso non è tradimento, che la libertà di stampa non è un fastidio da sopportare ma un diritto da difendere con le unghie e con i denti. E nel volto determinato di Katharine Graham, che sceglie di rischiare tutto per dire la verità, vediamo una figura di eroismo civile che oggi più che mai ci interpella.

The Post non è solo un film sul passato. È una lettera aperta al nostro presente. E, forse, anche un invito al futuro.

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