Come se le pubblicità non fossero già insopportabili per l'insistenza, la banalità e la volgarità dilaganti, dobbiamo subire la ripetizione a oltranza di parole usate a sproposito.
Insomma, tra attrici sedute sulla tazza del water, pornostar trasformate in improbabili idraulici, attempate addentatrici di bruschette dalla dentiera invisibile e doppi sensi degni del Vernacoliere (che, beninteso, merita plauso perenne per l'ironia dissacrante), l'imbarbarimento è in atto anche a livello lessicale.
Se volete conoscere la mia (vi avverto, fiammeggiante) opinione in merito agli abusi linguistici citati in apertura di questo post, non dovete fare altro che recarvi sul sito del sempre più interessante blog magazine Libri e Parole.