Ho appena terminato la visione della serie Shrinking, prodotta da Apple TV+, e, devo ammetterlo, la serie mi ha lasciato con un retrogusto di delusione. Nonostante tocchi temi estremamente rilevanti come il lutto, la salute mentale e le dinamiche familiari, la sua esecuzione complessiva risulta purtroppo noiosa e scialba.
Il problema principale, a mio avviso, risiede nel suo tono eccessivamente da soap opera. Le situazioni, i dialoghi e persino le reazioni dei personaggi sono spesso amplificati in maniera poco credibile, rendendo difficile empatizzare con le loro vicende. Questa enfasi, oscillante tra il grottesco e il melodrammatico, finisce per svilire la profondità degli argomenti trattati, trasformandoli in pretesti per scene più ad effetto che autenticamente sentite.
A ciò si aggiunge un "over acting" evidente da parte di alcuni membri del cast, che contribuisce a rafforzare la sensazione di trovarsi di fronte a una finzione esagerata piuttosto che a una rappresentazione realistica. Le interpretazioni spesso forzate tolgono credibilità alle situazioni, rendendo difficile immergersi completamente nella narrazione.
L'unica nota positiva, un vero e proprio raggio di sole in questo panorama un po' grigio, è Harrison Ford. La sua performance è, come sempre, caratterizzata da una asciuttezza e professionalità impeccabili. Riesce a rendere il suo personaggio credibile e sfaccettato, anche con poche battute o espressioni. Tuttavia, è proprio qui che si percepisce la sensazione di un talento sprecato: Ford sembra quasi un gigante in un campo troppo piccolo per lui, e il suo contributo, pur eccellente, non basta a sollevare le sorti complessive della serie.
Shrinking aveva tutte le carte in regola per essere una serie profonda e toccante, ma la scelta di un approccio troppo superficiale e con toni troppo da soap, aggravata inoltre da interpretazioni altalenanti, l'ha resa un'occasione mancata. Peccato, perché i temi meritavano decisamente di più.