Civil War di Alex Garland è un'opera cinematografica potente, che colpisce per la sua rappresentazione cruda e realistica di un'America dilaniata da una nuova guerra civile. Il film segue un gruppo di giornalisti, tra cui la fotoreporter Lee Smith (interpretata da una misurata Kirsten Dunst), nel loro pericoloso viaggio attraverso un paese in preda al caos, con l'obiettivo di documentare gli ultimi giorni di un presidente dittatoriale asserragliato a Washington. La narrazione si sviluppa come un road movie, mostrando un'America frammentata e devastata, dove ogni equilibrio è saltato e la violenza è all'ordine del giorno.
La scelta di Garland di non fornire dettagli espliciti sulle cause del conflitto o sulle motivazioni politiche dei vari schieramenti contribuisce a creare un'atmosfera di disorientamento e incertezza, riflettendo l'insensatezza della guerra e il collasso del sistema sociale. Questa rappresentazione risuona in modo inquietante con eventi reali come l'assalto a Capitol Hill e le tensioni politiche che caratterizzano gli Stati Uniti degli ultimi anni.
La performance del cast è notevole, con la Dunst che offre una interpretazione intensa e convincente di una fotoreporter determinata a testimoniare la verità in mezzo al caos.
La regia di Garland, supportata dalla fotografia superba di Rob Hardy e dalla colonna sonora di Ben Salisbury e Geoff Barrow, crea un'esperienza cinematografica immersiva e disturbante, che lascia lo spettatore a riflettere sulle profonde divisioni e contraddizioni della società contemporanea americana.
Il film, attraverso una narrazione avvincente e una rappresentazione visiva realistica, mette in luce le fragilità della democrazia e le potenziali conseguenze di una società polarizzata. La sua attualità e la capacità di rispecchiare eventi recenti lo rendono una visione imprescindibile per chiunque sia interessato a comprendere le dinamiche politiche e sociali del nostro tempo.
