lunedì 28 aprile 2025

Apple e l’innovazione: un mito che rischia di appannarsi?

Dai tempi pionieristici del primo, rivoluzionario Macintosh, passando per il visionario (e sfortunato) Newton, fino alle rivoluzioni planetarie dell’iPod, dell’iPhone e dell’iPad, Apple è sempre stata identificata come il motore dell’innovazione tecnologica. Tuttavia, negli ultimi anni, questa immagine sembra essersi appannata.

I progetti falliti come l’Apple Car, l'accoglienza tiepida del visore Vision Pro, il ritardo enorme accumulato nello sviluppo dell'intelligenza artificiale e la totale assenza di dispositivi pieghevoli, oggi già standard tra i principali competitor, raccontano di una Apple che sembra più prudente, quasi timorosa di rischiare.

Non si tratta solo di prodotti: negli anni, cambiamenti significativi nei team di sviluppo, un turnover interno crescente e una gestione più burocratica dei progetti hanno lentamente eroso quella spinta creativa che un tempo sembrava inesauribile.

Il confronto tra i due grandi CEO della storia Apple è inevitabile: Steve Jobs era un visionario, capace di imporre idee rivoluzionarie anche contro le resistenze interne; Tim Cook è un eccellente manager, abilissimo nel perfezionare la catena logistica e massimizzare i profitti, ma meno incline a correre quei rischi folli che spesso fanno la storia.

Oggi i numeri continuano a premiare la Casa della Mela Morsicata, forte di una base di utenti fedelissimi. Eppure, resta il dubbio: Apple sta vivendo di rendita, incapace di accendere davvero l’immaginazione del mondo come un tempo?

Il mito dell’innovazione è ancora vivo, ma rischia di diventare sempre più un ricordo, se non sarà accompagnato da nuove, autentiche rivoluzioni.



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