giovedì 6 giugno 2024

La favorita, un film da... favorire poco

La favorita, diretto da Yorgos Lanthimos, ha ricevuto molti elogi dalla critica e diversi importanti riconoscimenti, ma personalmente ritengo sia stato ampiamente sopravvalutato. Nonostante una produzione sontuosa e la recitazione di alto livello di Olivia Colman ed Emma Stone, il film fallisce nel creare un legame emotivo con il pubblico. 

Sembra quasi che il regista abbia voluto emulare l'impresa compiuta, ma con ben altri (e positivi) esiti da Sofia Coppola nel 2006, con Marie Antoinette, film storico girato in chiave pop, divertente e dissacrante ma senza velleitarie pretenziosità.

Il problema principale della pellicola di Lanthimos è la sceneggiatura. La trama è lenta e spesso si perde in dialoghi inutili che non aggiungono molto alla storia. I personaggi, sebbene ben interpretati, mancano di profondità. 

La regina Anna di Olivia Colman appare più come una caricatura che come una figura storica con emozioni e motivazioni reali. Emma Stone e Rachel Weisz fanno del loro meglio con i rispettivi ruoli, ma sono limitate da una scrittura che le rende più pedine in un gioco di potere, piuttosto che persone reali con sfumature.

La regia di Lanthimos, nota per il suo stile eccentrico e la sua capacità di creare atmosfere surreali e grottesche, qui sembra più un esercizio di stile fine a se stesso

L'uso eccessivo di grandangoli e tecniche di ripresa non convenzionali risulta alla fine distrattivo piuttosto che innovativo. Questo approccio visivo, anziché arricchire la narrazione, la rende più difficile da seguire e meno coinvolgente. Inoltre il film è troppo lungo in relazione alla storia narrata.

Anche la colonna sonora in diversi momenti è volutamente urticante, oscillando tra atmosfere da film storico tradizionale a sottolineature ossessive, quasi horror. 

Infine, il tono del film è sorprendentemente incoerente. Oscilla tra il dramma storico e la commedia nera, senza mai trovare un equilibrio convincente. Ciò porta a un'esperienza di visione frammentata e confusa, dove è difficile capire quale sia il vero intento del regista. A parte ovviamente la volontà di stupire e provocare. Ma Lanthimos non è certo Kubrick, né Fellini e neanche Cronemberg.

La favorita è sì un film visivamente a tratti interessante, ma emotivamente vuoto. La mancanza di una narrativa coesa e di personaggi ben sviluppati pregiudica seriamente la qualità complessiva dell'opera. Anche il finale del film è forzato, di maniera.

Sebbene possa piacere a chi ama il cinema d'autore esteticamente ricercato, chi cerca un film con una trama avvincente e personaggi tridimensionali potrebbe rimanere molto deluso.


Emma Stone

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